- Km e Tempo di percorrenza: 5.7 | 1.5h
- Dislivello in mt (somma di tutte le salite): 190
- Difficoltà: Facile
- Punto di partenza: Parcheggi vicino alla Chiesa di Selva del Montello in Via Avogari
- Descrizione breve: Passeggiata ad anello in quel di Selva del Montello per "trovare" la Conca Grande e godere dei colori autunnali della collina. Alcuni pannelli turistici sulla via del ritorno ci racconteranno le costruzioni un tempo presenti in questi luoghi
- Passeggino/Carrozzina: Sì
Domenica pomeriggio con tempo "mulo" che significa un po' di nuvole e un po' di sole. Propongo a Marco Albino di andare a fare la passeggiata sul Montello mostrandogli le chiavi della macchina e lo zaino; e lui di volata si infila le scarpe. Neanche 3 anni e sa già ciò che vuole. Mamma e Sebastian decidono di stare a casa.
Ho messo che è possibile farla col passeggino, ma dovete essere disposti a faticare e a entrare nel pantano. Insomma un po' avventurosi.
Lasciata l'auto nel parcheggio della Chiesa di Selva del Montello ci incamminiamo in direzione Montello lungo Via Avogari. Metto subito Marco nello zaino ben consapevole che appena arriveremo alla Brentella lui si fermerà a guardare l'acqua.
Oltrepassiamo una strada laterale sulla destra andando dritti e, raggiunta la Brentella, giriamo a destra in Via Fra Giocondo che percorriamo per poco più di 100 metri per poi girare a sinistra in Via E. Porcu (indicazioni per Conca Grande e Conca Piccola). Marco se ne sta beato sullo zaino e non reclama di voler scendere.
A sinistra ecco un vigneto con i colori autunnali, la strada è asfaltata inizialmente e ben presto inizia un bel pò di salita che mi fa faticare sebbene sia appena partito. Marco mi guarda come per dire: hai visto che avevo ragione a starmene qui? Passiamo accanto ad alcune case dove le foglie degli alberi sono di un bel rosso vivo; alla nostra destra dei bei panorami sulla pianura.
Ben presto inizia il bosco e raggiungiamo la vetta; da qui ecco lo sterrato e un po' di discesa all'ombra finalmente. Metto Marco giù e lui inizia a correre e anch'io per stargli dietro. Facciamo una bella curva secca e la strada diventa piana. Ora dobbiamo fare attenzione perché appena vediamo sulla sinistra una staccionata, o meglio il rudere di una staccionata, dobbiamo girare per la stradina a sinistra e dopo circa 70 metri addentrarci a destra sulla valletta.
La Conca piccola non sono riuscito a trovarla, abbiamo gironzolato per mezz'ora lì attorno. Per fortuna poi ho visto la traccia di un piccolo sentiero sulla sinistra della valletta che si addentra dietro una roccia e facendo un pò il Manolo (il celebre free climber) sono riuscito a raggiungere attraverso questo piccolo canyon la Conca Grande. Per addentrarmi qui ho rimesso Marco sullo zaino. Se avete bimbi piccoli vi conviene saltare questo passaggio. Questa zona sarebbe veramente bella, peccato che la cartellonistica e l'area non siamo molto curate e versino in uno stato di abbandono.
Dopo la nostra visita torniamo al sentiero principale (quindi ancora in Via Porcu) e andiamo a sinistra, procedendo in piano lungo questa via. A un certo punto guardo Marco e mi accorgo che stringe un uovo di legno che ha portato da casa, provo a farmelo dare per metterlo nello zaino ma nulla, lo vuole per sé.
La camminata continua agevole in piano, ogni tanto ci fermiamo a giocare con dei sassi. Incrociamo una curva e proseguiamo diritti. Sulla destra sul tronco di un rovere è collocata un'edicola di Sant'Antonio.
La strada è sempre piana e piacevole, peccato i pochi rumori della natura vista la stagione. Ora prestate attenzione perché a breve devieremo dalla presa principale. Sulla sinistra vediamo un cancello in ferro blu ma andiamo diritti e al successivo crocicchio di sentieri, svoltiamo a destra, addentrandoci in un bel boschetto. Al bivio successivo scendiamo sulla sinistra e raggiungiamo tra il fango il capanno per il monitoraggio dei cinghiali.
Facciamo una breve pausa, tiro fuori l'acqua e i biscotti che Marco divora. Camminiamo lungo il sentiero che scende alla destra del capanno e incontrato un bivio proseguiamo la discesa verso destra. Marco continua a tenere stretto il suo uovo, forse pensa di covarlo, chi lo sa.
Troviamo numerose felci lungo il bordo del sentiero e tra gli alberi ci appare una casa, che mi da l'idea del far-west, o meglio di quelle taverne messicane che si vedono nei film di Trinità. Cammina, cammina e ai bordi del sentiero vi è una pianta strana che poi Evelina a casa ci dirà essere uva turca (non mangiatela che non è commestibile).
Raggiungiamo la strada asfaltata (Via Antonio Gorini) e proseguiamo la discesa. Nei pressi di una casa un cartello ci ricorda che qui un tempo sorgeva la Chiesa di Castagnè. Poco più in là il capitello della Madonna di Lourdes edificato dalla famiglia Gastaldo.
Siamo quasi arrivati sulla Brentella che ecco alla nostra sinistra un bel prato verde con dei soffioni; Marco li va a prendere e inizia a soffiare. Lo lascio giocare un pò, d'altronde è stato bravissimo oggi. Arriviamo in Via Fra Giocondo (lungo il canale della Brentella) e giriamo a destra. Marco vede una specie di cascatina e si incanta a guardarla per un 10 minuti, poi si accorge che è sparito l'uovo.
Comincia a lagnarsi e cominciamo a cercarlo li attorno, sul più bello che penso che ormai è caduto in acqua eccolo a bordo strada, Marco è felice. Camminiamo per 700 metri accompagnati dalle acque di questo canale, avendo sempre di fronte a noi il campanile della Chiesa di Selva del Montello.
Reincontriamo Via Agori, giriamo a sinistra e di li siamo subito all'auto.