- Km e Tempo di percorrenza: 7,7 km | 2.0 h
- Dislivello in mt (somma di tutte le salite): 42mt
- Difficoltà: Facile
- Punto di partenza: Parcheggio in Piazza degli Acquedotti Romani
- Descrizione breve: Da San Giorgio di Ormelle raggiungeremo, passando per vie di paese con bei panorami sulle Prealpi, la Chiesa Templare di Ormelle. Il ritorno per tipiche viuzze di campagna immerse tra i vigneti, raggiungendo la Chiesa di San Giorgio con i suoi affreschi
- Passeggino/Carrozzina: Sì
Il percorso
Approfittando di un po' di refrigerio dopo il caldo di questi giorni io ed Evelina abbiamo scelto questo itinerario di paese alla scoperta di due tesori della Sinistra Piave: la famosa Chiesa Templare di Ormelle e la poco conosciuta Chiesa di San Giorgio con il suo particolare affresco dell'Ultima Cena.
Siamo pronti per il cammino e lasciata l'auto in Piazza degli Acquedotti romani, percorriamo Via Romana (di fronte a noi) fino alla fine. L'ultimo tratto è senza marciapiede ma questa strada non è per nulla trafficata. Prima di arrivare alla grande rotonda notiamo sulla sinistra un grande pino con i suoi rami mossi dal vento.
Arrivati alla rotonda andiamo a destra lungo il Viale della Repubblica; questa si che è una via molto trafficata. Andiamo avanti per circa 800 metri su marciapiede fino a raggiungere Via 24 Maggio. Giriamo a sinistra e dopo qualche passo, raggiungiamo la Chiesa di San Bartolomeo.
Visitiamo l'interno e poi ci rimettiamo in marcia. Poco più avanti, quella che sembra un'antica casa colonica, attira la nostra attenzione. In realtà si tratta delle costruzioni esterne di Villa Bortoletti Palù.
Raggiungiamo il ponte sul fiume Lia con le paperelle che nuotano felici tra le sue acque. Una sembra proprio addormenta e mi fermo a fissarla per un bel po' per capire se è una papera o cos'altro; dopo qualche minuto forse un po' in imbarazzo per questo umano che continua a fissarla la papera si rimette in moto e invita le altre a seguirla.
Proseguiamo lungo Via Liette II Tronco, le Prealpi sono nascoste tra le nuvole, qua e là vediamo qualche casa colonica finchè siamo in prossimità del cartello di Tempio.
Raggiunto il capitello di Sant'Antonio andiamo a destra e finalmente eccoci in presenza della Chiesa Templare di Ormelle. Sul piazzale antistante l'edificio religioso è possibile vedere la croce templare che è raffigurata anche sopra le colonne della costruzione. I templari conservano sempre il loro fascino ed io ed Evelina discutiamo sulla loro storia e sulla loro triste fine. Qui si respira pace e serenità, grazie alla posizione isolata e al fiume Lia che scorre lì vicino senza far rumore.
Iniziamo il ritorno e percorriamo per un breve tratto lo stesso percorso dell'andata ma raggiunta Via Risera (sulla destra) la prendiamo e camminiamo circondati da antiche viti coltivate col metodo della Belussera, molto diffuso da queste parti.
Seguiamo questa via di campagna senza mai deviare, sulla destra si possono vedere le case di campagna con nome diversi ma sempre lo stesso stemma. Raggiungiamo una grande casa colonica e ci soffermiamo a ossevarla ponendoci le solite domande: quante gente ci abitava, com'era organizzata, dove era la stalla...il proprietario vedendoci lì incantati ci invita a far due chiacchere.
Passiamo un'ampia mezz'ora ad ascoltarlo, ci racconta di quando era piccolo e dentro quella grande casa vivevano quaranta persone. Ci mostra le antiche architravi e poi le varie fontane che ha, perchè qui sotto ci sono molte falde e l'ascqua scorre che è un piacere.
Sono quasi le 11.30 ed è tempo di muovere le gambe, salutiamo e prendiamo la strada bianca di fronte a Casa Piave (Via Tolentino). Notiamo ancora case con quello strano stemma. Ragionandoci su dico a Evelina che forse è il simbolo araldico dei Da Tolentino, antica famiglia a cui la Repubblica della Serenissima aveva concesso il godimento del feudo di San Polo a seguito dei servigi resi.
La via si fa asfaltata e tra viti e panorami sbuchiamo fuori nella strada principale che attraversa San Polo e Ormelle. Giriamo a sinistra e procediamo fino a raggiungere la rotonda vista all'andata e reimmetterci in Via Romana.
Ci dirigiamo quindi verso Piazza degli Acquedotti Romani, inizia a piovigginare. Pur avendo l'ombrello, non lo apriamo, è così bello prendere questa pioggia fina fina. Ritroviamo il parcheggio ma non saliamo subito in auto perché manca la chicca finale, la Chiesa di San Giorgio.
La raggiungiamo subito proseguendo verso sinistra, da fuori sembra come una delle tante chiese che abbiamo visto. Appena entrati restiamo estasiati dal suo interno (a lato della porta di ingresso c'è l'interruttore della luce): gli affreschi sono ben conservati e sopra l'altar maggiore si erge San Giorgio che sconfigge il drago.
Fuori si sente la pioggia e ce ne restiamo qui beati e, è proprio il caso di dirlo, pacifici.
Poi la pioggia diventa acquazzone e apriamo l'obrello raggiungendo in breve l'auto.